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  • Writer's pictureLuigi Gioia

Accendere una candela


Oggi non è un giorno come tanti altri. I cristiani di tutto il mondo, insieme ai loro fratelli e sorelle maggiori del popolo ebraico, inaugurano una celebrazione di diversi giorni che chiamano ‘passaggio’, Pasqua.

Durante questa celebrazione, raccontano storie di eventi accaduti migliaia di anni fa ed eseguono gesti che hanno a che fare con fuoco, acqua, candele, pane, vino, lavaggio di mani e piedi. Ogni anno ripetono questi gesti e ogni anno - come dice il libro dell'Esodo - un ruolo chiave è attribuito al bambino che chiede: "Che cosa significa questa cerimonia?" (Esodo 12,26)

La risposta a questa domanda non è una teoria ma una storia che racconta ciò che Dio ha fatto per noi ogni volta che il passaggio di un mare o il superamento di una prova sembravano impossibili finché lui non è venuto in nostro aiuto.

Quando voglio celebrare un anniversario speciale nella mia relazione con la persona che amo cucino un pasto. Per comunicare a un ospite che è il benvenuto, le verso da bere e le offro la poltrona più comoda del mio salotto - proprio come, se fossi vissuto nell'antico Medio Oriente, le avrei lavato i piedi.

Gesù lava i nostri piedi, facciamo lo stesso gli uni con gli altri e poi mangiamo del pane, beviamo del vino e più tardi nella settimana ci raduniamo attorno a un fuoco e accendiamo una candela.

Quest'anno dovremo rinunciare ad alcuni di questi gesti, ma possiamo sicuramente cucinare un pasto e mangiarlo in spirito di ringraziamento in famiglia, contattare telefonicamente o su skype coloro che sono soli per far loro gli auguri, accendere una candela nella nostra casa come segno della nostra fede e della nostra speranza: per quanto sia buia la notte, è sufficiente una piccola fiamma per vedere dove mettiamo il nostro piede e avanzare sicuri, un un passo alla volta. È solo un altro "passaggio" nelle nostre vite e sappiamo che il Signore che è stato con noi in tutte le pasque, i passaggi precedenti, verrà in nostro aiuto anche questa volta.

Abbiamo bisogno di questi piccoli gesti, tanto più che ora siamo privati ​​della possibilità di celebrare la Pasqua nelle chiese. Quest'anno non possiamo celebrare la Pasqua nelle chiese, ma possiamo ancora celebrarla come chiesa, cioè come la comunità di coloro che sono uniti dalla loro fiducia in Dio e impegnati a sostenersi gli uni gli altri nella nostra pasqua, nel nostro passaggio attuale.




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