Devo avere avuto 9 anni quando divorai la Vita e avventure di Robinson Crusoe di Daniel Defoe. Per più di una settimana fui completamente catturato da questo romanzo: vivevo con Robinson in quell'isola deserta, immerso nei suoi pensieri, condividendo la sua laboriosa solitudine, altalenando con lui tra speranza e disperazione, lottando contro la rassegnazione, nutrendomi anche delle più piccole gioie. All'epoca non ero particolarmente credente e tuttavia il dettaglio che mi fece la più grande impressione fu il momento decisivo in cui, sopraffatto dalla tristezza, Robinson aprì la Bibbia e si imbatté in queste parole: “Io non ti lascerò e non ti abbandonerò mai” (Ebrei 13,5). Il mondo lo aveva dimenticato, ma non Dio. A queste parole vidi qualcosa cambiare nella direzione dei suoi pensieri. La situazione che pochi minuti prima lo aveva reso infelice improvvisamente gli appariva sotto una luce completamente diversa: “Iniziai a concludere nella mia mente - afferma Robinson - che era possibile per me essere più felice in questa condizione abbandonata e solitaria di quanto probabilmente non sarebbe stato possibile in qualsiasi altra situzione nel mondo; e a questo pensiero ringraziai il Signore per avermi portato in quel posto ”. Come avevo condiviso la tristezza di Robinson, così provai gioia per la pace che riempì il suo cuore in quell’istante. Era come vedere il sole splendere dopo mesi di tempo nuvoloso e deprimente. Fu l’occasione per imparare una lezione preziosa. Prima o poi sperimenteremo la solitudine nelle nostre vite. Siamo fatti per stare con gli altri. “Non è bene che la persona umana sia sola”, dice Dio nel libro della Genesi (Genesi 2,18). I periodi di solitudine mettono a dura prova le nostre risorse interiori ma possono anche insegnarci molto su noi stessi. Il dialogo è così essenziale nella nostra vita che potremmo iniziare a parlare con noi stessi. Come Robinson, tuttavia, dobbiamo imparare ad ascoltare altre voci – quella della terra, del cielo, della notte. E potremmo anche scoprire che c’è un’altra voce ancora – vale a dire la voce persistente e rassicurante del nostro Creatore che ripete “Io non ti lascerò e non ti abbandonerò mai”. La pace che ci danno queste parole non è il prodotto della nostra immaginazione. Persone di tutte le epoche, culture e religioni l'hanno sentita, indipendentemente dal fatto che abbiano capito o meno che era la voce di Dio - e l'hanno accolta. Robinson Crusoe ha sentito questa voce quando ha aperto la Bibbia, ma ci sono infiniti modi in cui essa cerca di raggiungerci - e i momenti di solitudine possono aiutarci ad ascoltarla - e a provare la gioia e la pace inconfondibili che la caratterizzano.
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