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  • Writer's pictureLuigi Gioia

Pensiero magico


In un recente articolo nel The Atlantic, l'editorialista Ed Yong ha sottolineato con perspicacia che uno dei motivi per cui molti dei nostri governi occidentali stanno fallendo nella loro lotta contro il coronavirus è il pensiero magico basato su “una fede quasi cieca nel potere della tecnologia come panacea”. Sostiene che trattiamo la pandemia come se essa potesse in qualche modo scomparire con la stessa repentinità con la quale ha invaso e sconvolto le nostre vite. I nostri governi hanno contribuito a questa illusione pubblicizzando soluzioni miracolose: immunità di gregge, caldo estivo, vaccini, vari farmaci già esistenti.

Il pensiero magico è una delle strategie preferite e più comuni alle quali ricorriamo nel tentativo di gestire la nostra ansia. L'autoillusione ci dà un po’ di respiro per un breve momento, ma quando poi inevitabilmente dobbiamo fare i conti con la realtà l’ansia ci assale nuovamente con forza rinnovata.

Tuttavia, esiste un modo più maturo, e più efficace, di affrontare l'ansia.

L'ansia in sé non è una cosa negativa: dal punto di vista della psicologia evolutiva, è la vigilanza, il sovrappiù di circospezione di cui abbiamo bisogno in situazioni potenzialmente minacciose. Siamo strutturati in questo modo. Ne abbiamo bisogno. Il problema è che questo meccanismo facilmente va fuori controllo e compromette la nostra salute fisica e mentale. Per evitare che ciò accada, abbiamo tre opzioni.

La prima opzione, come abbiamo visto sopra, è il pensiero magico, che alla fine è illusorio e inefficace.

La seconda opzione non si basa sull'illusione ma sulla soppressione ed è riassunta nella frase diventata famosa Keep calm and carry on, “Mantieni la calma e vai avanti”. È l'opzione della rassegnazione, dell'autodisciplina, della fortezza d'animo e della calma nelle avversità.

La Scrittura, tuttavia, vuole che evitiamo sia il pensiero magico che la rassegnazione e suggerisce una strategia più sana ed efficace: il ri-orientamento, cioè usare l'energia che viene sprecata nella preoccupazione eccessiva e nell’ansia con più positività.

I momenti di ansia ci permettono di riscoprire l'infinito potere che il libro dei Salmi ha di arrecarci consolazione: “Confido in te o Signore; dico: "Tu sei il mio Dio". (Sal 31.14). L'ansia può essere autenticamente alleviata solo grazia alla fiducia - e scopro il mio bisogno di confidare in Dio solo quando sono sopraffatto dalle ondate della mia ansia. La fiducia in Dio non è solo un'altra forma di illusione né una copertura per la rassegnazione, ma (la nostra terza opzione) la mia scelta di allontanarmi da me stesso e di investire questo sovrappiù di energia nella mia relazione con il Signore.

Allora mi rivolgo a lui, trasformo la mia ansia in preghiera, e lentamente cerco di scoprire la pace che il Signore promette: “Non sia turbato il vostro cuore e non abbiate timore. Vi lascio la pace, vi do la mia pace”.




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