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  • Writer's pictureLuigi Gioia

Portati ancora


"Il nuovo anno ci porta sempre quello che vogliamo / semplicemente continuando a portarci con se" dice Dana Gioia nella sua poesia New Year’s (“Del Nuovo Anno”). Più vero che mai alla fine di un anno che ha alterato la nostra percezione del tempo in una maniera unica. Ore, giorni, mesi di quarantena ci sono sembrati incredibilmente lenti - pochi di noi potrebbero dire, come facciamo spesso, che non abbiamo visto il tempo passare! Eppure il tempo è passato, l'anno ci ha portato con se, e sappiamo che, felicemente o no, anche il nuovo anno continuerà a fare altrettanto, con i suoi giorni e le sue notti, i suoi mesi e le sue stagioni, e l'ordinato, rassicurante, costante ritmo che imprime alla nostra esistenza.

Pieno di sollievo o di rimpianto per l'anno passato e di anticipazione per l'anno che inizia, capodanno per Dana Gioia sgonfia la nostra pretesa di vivere nel momento presente: “Il presente - dice - è / il palmo d'acqua sgocciolante che preleviamo / dal fiume che scorre veloce e silenzioso”.

Eppure, per gran parte della tradizione spirituale sia occidentale che orientale, il segreto della pace e della serenità del cuore dipende dalla nostra capacità di mettere da parte ogni rimpianto per il passato e ogni preoccupazione o anticipazione per il futuro, anche solo per un breve periodo, e di imparare a rimanere nel presente, nel qui e ora. Ci sarà ampiamente tempo per ricordare il passato o per fare progetti sul futuro - queste sono cose buone, occupano la maggior parte della nostra vita quotidiana - il nostro senso di identità e il nostro sostentamento dipendono da essi. Ma dovrebbe esserci anche un momento per abitare il presente, calmare il rumore incessante di ricordi e progetti e concentrarsi sull'essere vivi, respirare, vedere, ascoltare, muoversi ora.

Abbiamo tutti le nostre strategie per abitare il tempo presente. Una passeggiata solitaria, in cui metto un passo dopo l'altro, e accolgo ciò che incontra i miei occhi così com'è, senza giudizio. Andare a una mostra e immergermi in essa, lasciare che l'arte catturi la mia attenzione, sfidi la gamma pigra e ristretta di ciò che mi piace e non mi piace, ampli il mio apprezzamento della realtà. Una delle mie strategie preferite è passare alcune ore alla deriva per la città mentre scatto foto per essere pienamente presente a ciò che vedo.

In queste occasioni, potremmo renderci conto che il momento presente non è solo l'acqua sgocciolante il poeta, ma qualcosa di reale, duraturo, uno spazio da abitare per un po’ e in cui possiamo trovare la pace. Il momento presente è il periodo di tempo che riusciamo a isolare dal passato e dal futuro, dai ricordi, dai rimpianti, dalla nostalgia o dalla preoccupazione, dall'anticipazione, dalla noia e dall'eccitazione - e dura finché continuiamo in questo atteggiamento. Questa è un'arte, può essere appresa. Possiamo diventare capaci di vivere il momento presente per ore, a volte per un'intera giornata.

Una buona parte del nostro benessere dipende dal farlo con regolarità, quotidianamente o una volta alla settimana, o, meglio, ogni volta che percepiamo il discreto suggerimento che sgorga da dentro di noi – il desiderio della nostra anima, del nostro corpo, del nostro cuore di rinunciare al "fare" e cercare invece di "essere".

Non c'è modo migliore per dissolvere stanchezza, disillusione e ansia. Ne trarranno beneficio anche la nostra fede e la nostra relazione con Dio. Potremmo pensare che le uniche forme valide di preghiera siano parlare con Dio, leggere la Scrittura, meditare su un salmo, adorare in una chiesa. Ma la tradizione spirituale insegna che anche abitare il momento presente è preghiera. Questo è il motivo per cui Gesù ci invita a trascorrere del tempo guardando gli uccelli del cielo e osservando i gigli del campo - solo questo: guardare e osservare. Non c'è bisogno di dire cose a Dio, nemmeno di pensare a lui, perché questa sia "preghiera". Ciò che conta è che, per un po’, smetto di agire come se tutto dipendesse da me, e lascio che la vita - e il Dio che la sostiene amorevolmente - si prenda cura di me.

Il consiglio del Vangelo su come accogliere il nuovo anno è conosciuto e tuttavia il suo significato cresce ogni volta che vi ritorniamo: “Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani sarà in ansia per se stesso. A ogni giorno basta la sua pena ”. A ogni giorno basta anche il suo ritmo, e la sua pace.





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