Il giorno in cui Adamo ed Eva cedettero al suggerimento del serpente nel giardino dell'Eden e diffidarono di Dio, "i loro occhi si aprirono e scoprirono di essere nudi" (Gen 3,7).
In realtà, il vero significato di questo passaggio è che i loro occhi si chiusero perché nell’istante in cui iniziariono a vedere il corpo del loro partner come un oggetto, persero di vista l'altro come una persona da amare.
Quando Gesù dice che è venuto "perché quelli che vedono diventino ciechi" vuol dire che il suo messaggio smaschera le nostre illusioni su noi stessi, le nostre pretese nei rapporti con gli altri e le nostre reali intenzioni - "perché il Signore non vede come vedono i mortali: noi guardiamo l’apparenza, ma il Signore vede il cuore ”(1 Sam 16,7).
Dovremmo ricordarci di questo ogni volta che siamo tentati di giudicare qualcuno. Vediamo tutto dal nostro punto di vista, usiamo i nostri criteri e crediamo di avere ragione. In realtà spesso i nostri cuori restano ciechi.
Gesù nel Vangelo collega la situazione del nostro cuore alla nostra capacità di vedere: "Beati i puri di cuore, poiché vedranno Dio" (Mt 5,8) e, potremmo aggiungere, “Beati i puri di cuore perché vedranno gli altri come veramente sono”.
Il nostro cuore diventa "puro" quando impariamo ad ascoltare gli altri senza giudicarli,
quando non permettiamo ai nostri inevitabili pregiudizi di essere una barriera tra noi e gli altri.
Solo in questo modo vediamo davvero le persone.
Solo empatia, gentilezza e generosità di cuore aprono i nostri occhi.
C'è una parola meravigliosa per descrivere questa qualità; magnanime, che letteralmente vuol dire “con un cuore spazioso”. Questa parola evoca l'immagine di un cuore che si è così tanto dilatato da diventare capace di ospitare gli altri, offrire rifugio a chi è nel bisogno. Coloro che hanno un “cuore spazioso” vedono le altre persone non per sfruttarle, manipolarle o giudicarle, ma per amarle con rispetto e dedizione. Questo, in fin dei conti è davvero “vedere Dio”.
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